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Omicidio in Abito da Sera: Una Detective nell’Alta Società, #4
Omicidio in Abito da Sera: Una Detective nell’Alta Società, #4
Omicidio in Abito da Sera: Una Detective nell’Alta Società, #4
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Omicidio in Abito da Sera: Una Detective nell’Alta Società, #4

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About this ebook

Cappelli a cilindro e giacche a coda. Pellicce di visone e un omicidio . . . 

 

Novembre 1923. L'invito a una festa nella tenuta di Parkview Hall è una gradita tregua per Olive Belgrave, giovane lavoratrice che da poco ha iniziato a risolvere i problemi più spinosi dell'alta società.

 

Ma quando il sontuoso evento in abito da sera viene sconvolto da un omicidio, il cugino di Olive, Peter, diventa il principale sospettato. Olive deve smascherare un assassino sofisticato prima che un uomo innocente si prenda la colpa... perché l'omicidio non aspetta che qualcuno risponda al suo invito.

 

Omicidio in Abito da Sera è il quarto capitolo della serie Una Detective nell'Alta Società. Se vi piacciono i libri con ambientazioni eleganti, personaggi affascinanti e un mistero che non lascia indifferenti, non fatevi scappare questa serie di deliziosi cozy mysteries ambientata negli Anni Venti scritta da Sara Rosett, autrice bestseller USA Today.

 

Il mistero vi attende in un'elegante tenuta di campagna in Omicidio in Abito da Sera.


 

LanguageItaliano
PublisherSara Rosett
Release dateJul 23, 2024
ISBN9798227502261
Omicidio in Abito da Sera: Una Detective nell’Alta Società, #4
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Author

Sara Rosett

A native Texan, Sara is the author of the Ellie Avery mystery series and the On The Run suspense series. As a military spouse, Sara has moved around the country (frequently!) and traveled internationally, which inspired her latest suspense novels. Publishers Weekly called Sara’s books, "satisfying," "well-executed," and "sparkling." Sara loves all things bookish, considers dark chocolate a daily requirement, and is on a quest for the best bruschetta. Connect with Sara at www.SaraRosett.com. You can also find her on Facebook, Twitter, Pinterest, or Goodreads.  

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    Omicidio in Abito da Sera - Sara Rosett

    CAPITOLO UNO

    NOVEMBRE, 1923

    Il rosso spiccava sul marrone e sul beige della campagna di novembre. Strinsi le mani guantate sul volante e strizzai gli occhi attraverso il parabrezza del finestrino della Morris Cowley per avere una visuale migliore, ma persi di vista l’acceso sprazzo di colore quando la strada si abbassò.

    Superai la curva a gomito vicino al ponte, fuori dal villaggio di Nether Woodsmoor. Il fiume rifletteva le graziose arcate di pietra insieme alle nuvole grigie e cupe. Normalmente avrei rallentato, arrivata lì, magari fermandomi per qualche istante ad ammirare il panorama, ma quel giorno proseguii verso la macchia rossa tra gli alberi.

    Non era troppo lontano, praticamente accanto ai cancelli di Parkview Hall, che era la mia destinazione. Mia zia, Lady Caroline, e le mie due cugine, Gwen e Violet, erano da poco tornate da una lunga vacanza nel sud della Francia. Per festeggiare il loro ritorno a casa, zia Caroline aveva invitato un gruppo selezionato di parenti e amici a fermarsi per qualche giorno.

    Rallentai. Quello sprazzo di colore era una macchina, un’elegante Alfa Romeo del colore delle bacche di agrifoglio, con il muso nel fosso e gli pneumatici che sgommavano nel fango. Feci fermare la Morris e agganciai il braccio alla portiera mentre mi sporgevo per chiedere: Tutto bene? Il mio respiro produsse piccoli sbuffi bianchi.

    Dai colori sgargianti dei cappelli compresi che l’autista e la passeggera erano donne, ma erano entrambe girate dalla parte opposta rispetto a me, e il rumore del motore soffocava la mia voce.

    Diedi un colpo secco di clacson. Le gomme smisero di girare e le donne si girarono per guardarsi alle spalle. Olive! Mia cugina Gwen scese e si fece strada nel fango. Si accostò alla mia macchina e mi diede un rapido abbraccio. Che tempismo perfetto. Sei arrivata proprio al momento giusto. Non è vero, Deena?

    Gwen si voltò verso la giovane donna che era rimasta al posto di guida dell’Alfa Romeo. Olive può darci un passaggio fino a Parkview e manderemo Ross a recuperare la macchina, disse Gwen.

    In una delle sue lettere sulla festa imminente, Gwen aveva elencato gli invitati, ma non ricordavo che il nome di Deena fosse sulla lista.

    Quella è Deena Lacey? chiesi a Gwen in tono sommesso. Di Charles Manor?

    Gwen fece un cenno affermativo.

    Non la vedo da... oh, non lo so. Deve essere stato all’inizio della guerra. Charles Manor si trovava a trenta miglia a nord di Parkview Hall.

    Deena aveva vissuto lì con lo zio, che le aveva fatto da tutore dopo la morte dei genitori, fino alla morte di lui, di cui era stata unica erede. Quando eravamo bambine, le nostre strade si erano incrociate di tanto in tanto, ma poiché lei aveva quattro anni in più – un grande divario quando si era piccoli – non avevamo avuto molto in comune. Pensavo che vivesse soprattutto a Londra.

    È così. È tornata da poco. Gwen continuò con voce bassa. È una lunga storia.

    Deena lanciò un’occhiata alle nuvole grigio scuro. Ma sembra che stia per piovere o nevicare, e questo non farà che peggiorare la situazione. So che posso rimetterla in strada. Il venditore mi ha assicurato che questa macchina ha un’eccellente manovrabilità. Deena fece girare a vuoto il motore.

    Gwen mi disse: Non lo so, ma sono sicura che era la più costosa.

    Giornata impegnativa? chiesi. Mia cugina Gwen aveva un temperamento dolcissimo e molto tollerante. Se era fuori di sé tanto da uscirsene con commenti sarcastici, la situazione doveva essere degenerata da un po’.

    Io e Deena siamo andate in paese a fare acquisti. Gwen diede un forte strattone a un guanto. Sembrava sul punto di dire di più, ma si fermò.

    Allora Deena è ospite a Parkview per la festa?

    Le mie ultime parole furono soffocate quando Deena fece salire di giri il motore dell’Alfa Romeo. Le ruote slittarono, facendo schizzare il fango sulla strada vicino al retro della Morris. Gwen fece qualche passo veloce, avvicinandosi al cofano della mia macchina. Lasciai che l’auto avanzasse di qualche metro, fuori dal raggio d’azione del fango.

    Mia cugina sembrava intenzionata chiamare qualcuno per fargli prendere in carico Deena, quindi prese fiato e gridò tra i ruggiti del motore: Deena, la situazione sta peggiorando. Vieni via. Ti prometto che la riporteremo a Parkview prima di cena.

    Lei spense il motore. Oh, va bene. Credo che sia meglio. Spero però che facciano in fretta.

    Me ne occuperò prima possibile, disse Gwen mentre la nostra amica scendeva dalla vettura bassa e chiudeva la portiera sbattendola.

    Deena era vestita d’oro dalla testa ai piedi. Il suo cappello era della stessa tonalità di una sovrana e le copriva ogni ciocca di capelli, il che metteva in risalto il fatto che il suo viso fosse un ovale lungo e stretto. Mi aveva sempre ricordato le illustrazioni dei santi bizantini nei libri di papà, con i loro volti allungati e le espressioni meste. Riconobbi il suo cappello come una delle creazioni più costose di Madame LaFoy. Per un breve periodo avevo pensato di lavorare nella sua famosa modisteria, ed era lì che avevo visto la bellissima cloche con le sue piume abilmente fissate e i suoi ricami.

    Il cappotto di Deena, in lana con collo di visone, era della stessa tonalità dell’oro.

    Fece qualche passo in punta di piedi nel tentativo di tenere le sue t-strap dorate fuori dal fango, ma poi si fermò e si girò verso la macchina. Mr. Quigley! Non dobbiamo dimenticarlo.

    Mr. Quigley? chiesi a Gwen. Chi è Mr. Quigley? Non mi ricordavo di un ospite con quel nome.

    Gwen emise un piccolo sospiro. È un pappagallo.

    Non ero sicura di aver sentito bene, ma Deena si sporse oltre la fiancata dell’auto e tirò fuori una gabbia per uccelli, che dondolò con l’accompagnamento di starnazzi e battiti d’ali mentre lei avanzava sull’erba fradicia. Un attimo prima di raggiungerci, le scivolò un piede e rischiò di cadere per terra, scivolando in avanti. Gwen le afferrò il gomito e riuscì a mettere una mano sul bordo della gabbia per uccelli.

    Ops! Grazie, Gwen, le rispose la nostra amica.

    All’interno della gabbia, l’uccello ruotò la testa e puntò un occhio sulle dita di Gwen. Lei ritirò la mano con uno scatto.

    Oh, non devi preoccuparti di Mr. Quigley. Non becca mai. Deena appoggiò la gabbia sul bordo della portiera all’altezza dei miei occhi. Ciao, Olive. Non è la cosa più bella che tu abbia mai visto?

    Mr. Quigley si dondolava sul suo trespolo. Non ha colori vivaci, dissi.

    Le piume si arricciavano intorno alla testa e al collo, come se stesse mostrando la graduale transizione di colore dal quasi bianco della testa al grigio perlaceo della punta delle ali. Le piume della coda erano di un rosso acceso. No, è un Cenerino, un pappagallo estremamente costoso. E anche molto intelligente.

    Chiaramente, Deena considerava l’intelligenza del pappagallo di secondaria importanza rispetto al costo. Come sei arrivata ad avere un pappagallo? le chiesi.

    Volevo un animale domestico che mi tenesse compagnia, ma tutti hanno un cane o un gatto. Dovevo avere qualcosa di insolito, qualcosa di memorabile.

    Mr. Quigley lo è di sicuro, dissi. Anche con il suo colore tenue, che ricordava le nuvole temporalesche di quel giorno, aveva un aspetto esotico e fuori luogo nella campagna inglese. Da quanto tempo lo hai con te?

    Sei giorni. Non potevo lasciarlo a Charles Manor. I pappagalli hanno bisogno di molte interazioni.

    Deena pensava che Mr. Quigley dovesse vedere il villaggio, aggiunse Gwen.

    Mr. Quigley emise un fischio acuto che squarciò l’aria.

    Santo cielo, dissi. Che cosa significa?

    Deena sorrise come un genitore indulgente. Sta salutando.

    È da un’ora che lo fa, fece notare mia cugina.

    Capisco. Quel rumore acuto a poca distanza dall’orecchio diventava fastidioso. Dice qualcosa?

    Oh, sì. È piuttosto loquace. Il suo precedente proprietario gli parlava sempre e lo ha addestrato a dire molte cose.

    Usa un linguaggio colorito? Lanciai un’occhiata a Gwen. Zia Caroline non sarebbe stata contenta di avere un pappagallo che pronunciava sconcezze durante la sua festa.

    Oh, no. Il suo precedente proprietario era un missionario. Deena si rivolse alla gabbia. Di’ qualcosa per noi, Mr. Quigley.

    Lui si dondolò sul suo trespolo, poi infilò il becco sotto l’ala.

    Una ruga apparve tra le sottili sopracciglia di Deena.

    In realtà, non ha ancora detto nulla. Spero che quell’uomo non mi abbia mentito sul fatto che è in grado di parlare.

    Ne dubito, soprattutto se era un missionario, borbottò Gwen.

    Beh, forse Mr. Quigley ci parlerà più tardi, dissi. Vediamo se riusciamo a entrare tutte nella Morris. Staremo un po’ strette...

    Deena guardò di nuovo la sua macchina. Odio andare via e lasciare l’Alfa Romeo. Non c’è nessuno qui fuori. Pensi che andrà tutto bene?

    Certo. Nessuno la danneggerà, la rassicurò mia cugina.

    Deena afferrò con una mano il collare di visone e lo avvicinò al collo. Forse dovrei restare mentre voi due andate a cercare aiuto.

    Non essere sciocca, disse Gwen, con voce ferma. Non succederà nulla. Ora andiamocene, fa troppo freddo.

    Suppongo che dovremmo— Deena guardò oltre le spalle di Gwen e chiese: Guarda, non sono l’ispettore Longly e il capitano Inglebrook? Lì, si muovono nell’ombra degli alberi. La battuta deve essere finita. Deena fece un cenno di saluto. Yoo-hoo!

    Conoscevo l’ispettore Longly di Scotland Yard. Riconobbi la sua sagoma con la manica vuota appuntata sulla giacca. L’altro uomo era più alto e con le spalle più larghe. Quando uscirono da sotto gli alberi, vidi che aveva i baffi a fiammifero e i capelli scuri.

    Sono impaziente di conoscere il capitano Inglebrook, dissi, lanciando un’occhiata significativa a Gwen.

    Mi aveva scritto diverse settimane prima in uno stato che non le si addiceva affatto. Mia cugina aveva un’indole calma e metodica e non si lasciava andare a voli pindarici o a turbamenti emotivi, ma l’idea dei due ospiti maschili, l’ispettore Longly e il capitano Inglebrook, l’aveva messa in agitazione.

    Aveva conosciuto il capitano Inglebrook in Francia. La vacanza era stata un tentativo di aiutare Violet a ritrovare il suo equilibrio dopo un incidente piuttosto orribile ad Archly Manor, dove avevamo conosciuto l’ispettore Longly. Avevo pensato che ci fosse un’attrazione tra Gwen e l’ispettore, ma poi le lettere di Gwen dalla Francia avevano menzionato spesso il capitano Inglebrook, mentre il nome di Longly era stato largamente assente. Al loro ritorno a Parkview, Violet, completamente ristabilita dal trauma e tornata ai suoi soliti modi maliziosi, aveva organizzato inviti per entrambi gli uomini, causando a Gwen un’infinità di angosce. In quel momento, Gwen non sembrava desiderosa di parlare con nessuno dei due. Non vedevo l’ora di restare da sola con lei per capire cosa fosse successo.

    Lo sguardo del capitano Inglebrook è decisamente ardente, disse Deena. Mi fa sentire come se stessi per svenire ogni volta che gli sono vicina. Deena spinse la gabbia tra le braccia di Gwen e si affrettò lungo la strada verso gli uomini.

    Non sembra certo che stia per svenire, dissi. Piuttosto che stia facendo una corsa di cinquanta metri.

    Ha una costituzione piuttosto robusta, disse Gwen.

    Se solo avesse tanto buon senso quanto denaro ed energia. Mr. Quigley si avvicinò alle dita di Gwen.

    Lei posò la gabbia e fece un passo indietro.

    Deena non ha detto che non becca?

    Non voglio correre rischi, rispose mia cugina. La mia unica esperienza con gli animali domestici è piuttosto banale, cani e gatti e qualche cavallo. Non so cosa fare con un uccello esotico.

    Gli uomini e Deena si avvicinarono a noi. Lei aveva infilato il braccio sotto il gomito del capitano e sembrava che avesse vinto un premio alla festa del paese. Sia Inglebrook che Longly erano vestiti di tweed e avevano le guance arrossate dal freddo.

    Mentre Gwen mi presentava, il capitano si staccò da Deena. Aveva capelli neri corvini lisciati all’indietro che scoprivano un bel viso squadrato. Il suo sguardo scuro si fissò su di me come se fossi l’unica donna nel raggio di chilometri, mentre mi stringeva la mano e poi vi posava sopra l’altra. Buon pomeriggio, signorina Belgrave. È un piacere conoscere la bella detective di Londra di cui ho sentito parlare. Una illustre carriera, la sua.

    Capitano Inglebrook, vedo già che lei tende all’esagerazione, è chiaro che non dovrei credere a una parola di quello che dice.

    Al contrario. Tutti parlano di lei. È una donna brillante.

    Non direi. Sono certa che l’ispettore Longly non sia d’accordo, dissi con leggerezza per coinvolgere l’altro nella conversazione. Si era fermato qualche passo indietro rispetto agli altri. La postura di Longly era più adatta a una piazza d’armi e non si sposava con l’atmosfera informale del gruppo riunito intorno alla Morris. Avevo incontrato Longly solo quando lavorava, e mi aspettavo che il suo modo di fare fosse meno rigido a Parkview quando non era in servizio.

    La signorina Belgrave ha davvero delle intuizioni interessanti. Il tono di Longly era deciso e sembrava in contrasto con le battute scherzose di Inglebrook.

    Il capitano non sembrò fare caso al tono piatto dell’altro e spostò la sua attenzione sulla gabbia degli uccelli. Mr. Quigley si è goduto il viaggio?

    Ha affascinato tutti quelli che abbiamo incontrato, non è vero, Gwen? disse Deena.

    Gwen fece un verso che poteva essere interpretato come un assenso.

    Deena afferrò il braccio del capitano e lo tirò giù per il pendio fino all’Alfa Romeo. Deve aiutarmi. La mia povera macchina. Odio lasciarla qui fuori in un posto così solitario.

    Il capitano Inglebrook esaminò la scena. Che cosa è successo?

    Non lo so, disse Deena. Stavamo procedendo tranquillamente, poi all’improvviso ci siamo ritrovate nel fosso.

    È un peccato. Inglebrook passò la mano guantata sulla vernice rossa. È una bellezza. Ci sono danni?

    Deena e Inglebrook fecero il giro per esaminare il cofano.

    Signore, disse a noi l’ispettore mentre si rimetteva il cappello che aveva tolto quando si era avvicinato, poi si diresse all’auto di Deena. Salì e fece cenno a Inglebrook di accendere il motore. Una volta che fu avviato, chiese a entrambi di farsi da parte.

    Invece di cercare di fare retromarcia attraverso i solchi nel fango che la nostra amica aveva fatto, Longly fece avanzare la macchina finché non si trovò su un terreno leggermente più asciutto. Fece un’ampia curva, accelerò su per il pendio e raggiunse la strada.

    Deena batté le mani. Geniale, ispettore Longly! Non avevo proprio pensato di andare avanti. Prese il braccio del capitano Inglebrook e lo tirò su per il pendio fino alla strada. Torniamo tutti insieme a Parkview. Longly fece per scendere, ma Deena gli fece cenno di restare dietro al volante. No, resti. Possiamo stringerci tutti. Deve guidare lei. Io sono troppo agitata. Deena si rivolse a me e a Gwen a voce alta dicendo: Abbiate cura di Mr. Quigley!

    Una volta sistemati, con Deena seduta tra i due uomini, la fiammante macchina rossa ripartì accelerando.

    Gwen li osservò per un attimo, poi mormorò: C’è qualcosa che non va.

    L’ispettore Longly sembrava un po’ chiuso in se stesso, azzardai.

    Sì, hai ragione. Una combinazione di irritazione e perplessità infondeva il suo tono mentre con lo sguardo seguiva l’auto. Ma c’è di più. C’è un’atmosfera, una tensione... Scosse la testa, facendo spostare sul viso le ciocche di capelli chiari che le erano sfuggite dallo chignon. Non lo so.

    Cosa vuoi dire? Non si trattava solo dell’irritazione di Gwen per un ospite difficile, e lei non era il tipo di persona che si preoccupava inutilmente, agitandosi per dettagli minori e ingigantendo piccoli incidenti in problemi fantasma.

    L’Alfa Romeo scomparve attraverso i cancelli di Parkview e la fronte di Gwen si aggrottò. Non so descriverlo, se non dicendo che l’atmosfera è piuttosto tesa. Scrollò le spalle. Forse tu sarai in grado di capirci qualcosa. Sei molto più brava di me quando si tratta di intuire cosa c’è sotto la superficie. Tornando ai suoi soliti modi bonari, guardò la gabbia del pappagallo. Sembra che io e Mr. Quigley siamo stati abbandonati. Puoi darci un passaggio?

    Penso che ci starete benissimo entrambi, dissi mentre Gwen prendeva in mano la gabbia e faceva il giro per andare dal lato passeggero.

    Santo cielo. Cos’è tutta questa roba? Lo sguardo di Gwen spaziò sul sedile del passeggero, che era pieno di bagagli. Anche quello posteriore era ingombro di valigie e scatole. Che cosa succede? Un sorriso le illuminò il volto. Stai tornando a Nether Woodsmoor?

    No, tutt’altro. Almeno, spero di no: per quanto mi piacerebbe stare vicino a te, vivere con papà e Sonia è troppo triste per essere contemplato. Sali e ti spiegherò tutto.

    CAPITOLO DUE

    Spostammo le mie cose per fare spazio, poi Gwen si sistemò in macchina con un borsone sulle ginocchia. Mentre mettevo in moto la Morris , lei guardò la gabbia di Mr . Quigley , che era posizionata tra noi. Allora , se non torni a vivere a Nether Woodsmoor , cosa è successo? Non dirmi che sei stata cacciata dalla pensione.

    Essenzialmente, sì. La signora Gutler sta per sposarsi. Frequenta uno scapolo molto simpatico che possiede una casa tutta sua. Hanno deciso di mettere sul mercato la pensione e lei si trasferirà da lui non appena si saranno sposati. Quindi non ho più un posto dove vivere a Londra, o meglio, non ce l’avrò più dalla prossima settimana. Speravo di poter depositare alcune delle mie cose a Parkview in attesa di trovare una nuova sistemazione.

    Certo. È una cosa che vuoi che rimanga segreta, immagino.

    Cielo, sì. Ti prego di non farne parola con papà o con Sonia. Mio padre era un vicario in pensione ed era rimasto vedovo per oltre dieci anni, ma poi era arrivata Sonia e aveva cambiato tutto.

    Non sentiranno una parola da me. Stai già cercando un altro alloggio?

    Sì, ma non ho avuto fortuna. Ho un po’ di soldi da parte e pensavo di potermi permettere un piccolo appartamento.

    Non puoi?

    Il posto migliore in assoluto che ho visto è un seminterrato poco più grande di un ripostiglio, con la carta da parati che si stacca dal muro a causa dell’umidità. Guidai la macchina attraverso i

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